Claudio Varalli e Giannino Zibecchi, assassinati a Milano il 16 e 17 aprile 1975 dai fascisti e dai carabinieri. Sono passati tanti anni e il loro ricordo può sembrare sbiadito, ma i loro nomi fanno parte di quella schiera di partigiani della Nuova Resistenza che hanno dato la vita per una società giusta, democratica, dove tutti abbiano gli stessi diritti e possibilità.
Volevano cambiare il mondo, ne volevano uno senza sopraffazione e disuguaglianze.
Ricordare Varalli e Zibecchi significa ispirarsi alla loro storia per costruire assieme alle nuove generazioni una società che garantisca a tutti una vita, un lavoro e un futuro dignitosi.
E una società che ripudi la guerra in tutte le sue forme.
Quest’anno l’anniversario cade esattamente nei giorni delle festività di Pasqua, per questo al fine di garantire la più ampia partecipazione abbiano deciso di anticipare la celebrazione a mercoledì 13 aprile:
h17.30 piazza Cavour alla lapide in ricordo di Claudio Varalli
h 18 piazza Santo Stefano alla stele restaurata l’anno scorso
h 18.30 corso XXII marzo alla lapide in ricordo di Giannino Zibecchi
Associazione Per non dimenticare Varalli e Zibecchi
Quest'anno abbiamo deciso di restaurare il monumento che ricorda il sacrificio di Claudio Varalli e Giannino Zibecchi. I simboli che tengono viva la memoria di chi ha combattuto per un mondo giusto devono essere una testimonianza viva
Il Centro Sociale Autogestito Vittoria ha voluto onorare la memoria di Claudio e Giannino con questo importante murales
Ciao,
sono Alessandro del CSA Vittoria. Le foto e il materiale che mi hai girato di Claudio e Giannino hanno dato i loro frutti e questo è quello che ne è uscito.
Un bel murales di cui andiamo orgogliosi, nel giardino interno del Centro. Abbiamo anche deciso di integrare un testo in cui abbiamo provato a riassumere tutto il nostro trasporto per questi nostri due compagni, un trasporto che intreccia cuore e testa, un trasporto forgiato dalla medesima ideologia. Un testo partigiano perchè Claudio e Giannino sono partigiani!
Grazie per il materiale.
Ti riporto qui sotto il testo integrato nel murales e poi ti mando il link della pagina sul nostro sito.
Ci sono storie di compagne e compagni che col tempo invece di svanire fluiscono, avvolgono e si estendono nel cuore, nelle idee e nell'immaginario di altre donne e uomini.
Il loro ricordo crea radici, suscita coraggio, impone bisogni di unità e solidarietà di classe, rincuora nella resistenza.
Questo può avvenire solo grazie alla potenza degli stessi ideali che ci uniscono nonostante la separazione, alla potenza dello stesso immaginario: un mondo di liberi ed uguali senza più sfruttati e sfruttatori.
Noi siamo tutte le compagne i compagni caduti, Claudio e Giannino siamo noi, siamo noi i loro compagni che non hanno abbassato le armi della dialettica marxista di fronte alla corruzione capitalista di questo nostro mondo, siamo noi ancora di fronte ai cancelli delle fabbriche in sciopero, siamo noi ancora e sempre per una Palestina libera e rossa, siamo noi contro il patriarcato e qualsiasi forma di sessismo ne derivi, siamo noi che rivendichiamo e rivendicheremo sempre la violenza contro gli sfruttatori e prevaricatori in ogni parte del mondo. Siamo noi per sempre antifascisti, siamo noi coi popoli che si ribellano, siamo per la rivoluzione comunista, siamo tutte le compagne e i compagni caduti, siamo noi…Claudio e Giannino.
A 51 anni dalla strage di Piazza Fontana, Milano non dimentica.
Il calendario delle iniziative per l’anniversario.
La rete “Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale” organizza due giornate dedicate al ricordo della Strage di Piazza Fontana. Dopo 51anni resta attuale la necessità di combattere ogni forma di neofascismo e di autoritarismo e di ricerca del capro espiatorio su cui far ricadere le responsabilità delle istituzioni.
Il 12 dicembre 1969 una bomba esplose in piazza Fontana, nella Banca Nazionale dell’Agricoltura, provocando 17 morti e 88 feriti. L’ordigno fu azionato dal gruppo fascista di Ordine Nuovo su mandato dei servizi segreti italiani, statunitensi e del governo della Democrazia Cristiana. Era l’inizio della strategia della tensione, volta a stroncare i movimenti studenteschi e operai, nel contesto internazionale della “guerra fredda”, che vedeva l’Italia terra di confine tra due blocchi contrapposti.
Il 15 dicembre ci fu la diciottesima vittima della strage: Pino Pinelli, anarchico e ferroviere, ingiustamente accusato e “volato” dalla finestra della questura durante un interrogatorio.
Le iniziative:
12 dicembre ore 14, Piazza Fontana.
“Non c’è futuro senza memoria: lezione in piazza su una strage di stato”. Una lezione in piazza rivolta a studentesse e studenti, ma anche alle e ai meno giovani, con la partecipazione e le testimonianze di Benedetta Tobagi, Fortunato Zinni, Claudia e Silvia Pinelli.
12 Dicembre ore 17,30, Piazza Fontana.
Ricordo delle per ricordare le 17 vittime della strage di Stato.
12 Dicembre ore 18,10, Via Bergamini angolo Via Larga.
Ricordo di Saverio Saltarelli, nel luogo dove è stato assassinato 12 dicembre 1970, durante la manifestazione per il primo anniversario della strage
Martedì 15 dicembre ore 17,30, Piazza Fontana.
Presidio in ricordo di Giuseppe Pinelli e dell’innocenza di Pietro Valpreda, con la proiezione del film/documentario “Pino, vita accidentale di un anarchico” (regia di Claudia Cipriani), a seguire musica, recitazione e letture in piazza.
Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale
Dal 1971 una lapide ricorda il sacrificio di Saverio Saltarelli, studente ucciso a Milano – in via Larga, angolo via Bergamini – da un lacrimogeno sparato durante scontri ferocemente voluti dalla Polizia e dai Carabinieri il 12 dicembre 1970, primo anniversario della strage di Piazza Fontana.
Sarebbe meglio dire ricordava, perché nel dicembre 2019 la lapide è stata rimossa e sostituita con un’altra che porta un testo diverso dall’originale. Un atto che ha privato la città di una testimonianza storica che per 48 anni ha ricordato ai milanesi la figura di un caduto della Nuova Resistenza.
Saltarelli si era unito al grande presidio di massa attorno all’Università Statale convocato dal Movimento Studentesco di fronte all’annuncio di un provocatorio raduno dei fascisti. Quel presidio ha accolto e protetto gli anarchici che fuggivano dalle cariche di Polizia e dai Carabinieri e si è opposto alla furia omicida delle cariche lanciate contro gli antifascisti. Il bilancio fu di molti feriti, oltre alla morte del giovane studente.
La memoria del suo sacrificio è sempre stato un patrimonio condiviso di tutta la Milano democratica e antifascista, che ogni anno infatti lo ricorda con l’apposizione di corone e momenti di commemorazione, come per ogni partigiano. Rimuovere una targa storica, collocata sul luogo della sua morte dai movimenti studenteschi e giovanili che negli anni Settanta hanno condotte battaglie di libertà contro le strategie stragiste è un gesto insensato.
Sostituirla modificandone l'estetica, i colori e i caratteri priva la città di un pezzo di memoria storica e sociale che ogni manufatto porta con sé; cambiarne i contenuti è un atto di prevaricazione politica e culturale inaccettabile, perché nessuno può ergersi a detentore unico della storia di quegli anni cancellando a proprio piacimento sentimenti, ideali e modalità di espressione collettive che animavano l'impegno sociale di migliaia di giovani.
La memoria è un complesso articolato e ricco di sentimenti, testimonianze, ricordi, opere scritte ed elementi solidi come monumenti, targhe, cippi. Ognuno di essi ha un valore unico, particolare nel ricordo non solo del fatto specifico o di una persona singola, ma è la testimonianza di una intera stagione della storia sociale, politica, economica, artistica di un paese o di una città.
Le lapidi, come i monumenti, come qualsiasi manufatto, attraverso la fattura del materiale, dei caratteri della scrittura e di tanti altri particolari sono in sé memoria. Nessuno di noi avrebbe mai neppure potuto immaginare una vera e propria asportazione di un ricordo collettivo che apre una ferita nella memoria di tanti compagni e compagne che hanno condiviso quella storia.
Per questo l’Associazione Per non dimenticare Claudio Varalli e Giannino Zibecchi – che ricorda due giovani caduti nel 1975 della Nuova Resistenza – si è fatta carico di ripristinare la verità storica realizzando una nuova lapide che replica fedelmente quella proditoriamente asportata. L’intervento del collettivo RAM-Restauro Arte Memoria ha permesso di riproporre anche i dettagli cromatici originali. Una scelta figlia della volontà di restituire alla città un pezzo della sua toponomastica politica.
Intendiamo organizzare un’iniziativa politica che dia il giusto significato a questa operazione. Proponiamo quindi a tutte le realtà sociali, politiche e associative che condividono questa iniziativa di aderire all’organizzazione di un momento di riflessione sul ruolo della memoria antifascista oggi, in occasione dell’inaugurazione della nuova lapide collocata sempre all’angolo di Via Bergamini dove cadde Saverio Saltarelli. L’iniziativa si svolgerà giovedì 22 ottobre alle 18.
Chiediamo a tutti quanti aderiranno di contribuire a una significativa raccolta fondi per coprire le spese di realizzazione e installazione della nuova lapide. I contributi vanno versati sul c/c intestato a Per non dimenticare Varalli e Zibecchi, Iban IT03E0760101600000037475597: causale Lapide Saltarelli.
Milano, 8.10.2020
Associazione Per non dimenticare Varalli e Zibecchi
Adesioni
Anpi Assago
Anpi L’Aquila
Circolo Arci Querencia L’Aquila
Anppi, Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti L’Aquila
Memoria Antifascista RAM Restauro Arte Memoria Rete della conoscenza Milano
Sono il compagno Riccardo e sono nato in riva al l'Arno in provincia di Firenze.
In quei giorni ero in viaggio.
Un viaggio iniziato il 4 agosto del 1974!!! Stavo a Novara per servire la patria. Quindi in quei giorni ero lì anche io, come eravamo tutti col cuore in Vietnam.
Qualcuno si ricorda della Grecia, del Cile di Sepulveda e di Victor Jara. Ero partito per servire la patria dopo che anche il Portogallo era tornato libero con la rivoluzione dei garofani ed una buona parte dell'Africa spezzava le catene del colonialismo: “Girandola vola morena” era una canzone che era nel mio cuore e nel cervello prima ancora di avere un giradischi.
Ero a Novara e quindi eravamo vicini. Per questo quei giorni sono impressi nella mia memoria in modo indelebile perché quel 25 aprile nel pomeriggio ero anch'io a Milano a gridare "oggi soldati domani partigiani". E fu il 25 aprile più bello della mia vita anche se debbo dire che io ho avuto il privilegio di aver vissuto un altro 25 aprile esaltante.
16 - 17 aprile 2020 - In ricordo di Claudio e Giannino
Dal 1976, ogni anno, noi, gli amici e compagni di Claudio Varalli e Giannino Zibecchi, organizziamo il ricordo di questi due giovani, morti mentre lottavano per costruire un mondo migliore. Quest’anno l’emergenza ci impedisce di farlo, ma non vogliamo rinunciare a ricordare il valore del loro sacrificio. Questo filmato è il nostro ricordo, che ci consente il 16 e 17 aprile di trovarci idealmente in Piazza Cavour, Piazza Santo Stefano e Corso XXII Marzo.
Vogliamo rendere viva questa testimonianza in tempi di isolamento. Chiediamo a tutti di inviarci ricordi, commenti, fotografie e qualsiasi materiale su quegli eventi che possa essere condiviso.
Mandate a
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Associazione per non dimenticare Varalli e Zibecchi
23 gennaio 2020 - Roberto Franceschi
Giovedì 23 gennaio h 18.45 Università Bocconi
LE SCUOLE E LE UNIVERSITA' SONO LUOGHI DI CONOSCENZA E DI RESISTENZA
QUESTO CI INSEGNA IL SACRIFICIO DI ROBERTO FRANCESCHI
Ogni anniversario che ricorda la morte di uno dei caduti della Nuova Resistenza è un tassello nella costruzione di una memoria condivisa. Che non è semplice rievocazione di fatti lontani, ma costruzione di un percorso che, raccontando quanto accaduto anni fa, fornisca gli strumenti per interpretare quanto accade oggi.
La storia d’Italia del dopoguerra è il racconto di lotte popolari per conquistare diritti, lavoro, dignità e democrazia, contrastate con la feroce violenza del potere politico che non ha esitato a ricorrere alla violenza più bestiale per fermare queste rivendicazioni. La vicenda umana e politica di Roberto Franceschi è parte di questo racconto. Studente della Bocconi, il 23 gennaio 1973 viene ucciso davanti alla sua università da un proiettile sparato dalla polizia che impediva un’assemblea. Franceschi è uno dei tanti che hanno dato la vita per costruire una società di uguali, dove tutti abbiano le stesse possibilità. Ricordare il suo sacrificio significa tenere viva la storia dell’Italia migliore. Per questo oggi, a distanza di 47 anni, siamo qui come ogni anno. Poche settimane fa abbiamo ricordato il 50° anniversario della strage di piazza Fontana, l’avvio della strategia della tensione che ha costellato di tragedie la nostra storia: un disegno che voleva strangolare la democrazia nel nostro Paese e che è fallito per la risposta popolare che svelò la macchinazione dei servizi segreti e degli apparati dello stato con parti importanti del governo e di molte forze politiche. Il mese di gennaio del 1970 fu decisivo per la ripresa democratica in città e nel Paese. Dopo la strage a Milano vigeva una sorta di coprifuoco politico: nessuno poteva organizzare manifestazioni pubbliche, in un clima di repressione contro i movimenti di sinistra che soffocava qualsiasi protesta. Ancora una volta furono studenti, operai e giornalisti democratici a spezzare questo cerchio di ferro, organizzando la prima manifestazione dopo la strage, sfidando il divieto della questura e facendo sentire la loro voce che per la prima volta gridava che quella strage era di Stato. Mettendo a nudo quelle che erano la fake news di quel tempo: il coro dei giornali e della televisione di stato che accusava degli attentati la sinistra.
FOTOCRONACA 12 dicembre 2019
PER NON DIMENTICARE - L'ARCHIVIO FOTOGRAFICO
FOTOCRONACA 12 dicembre 2019
50^ anniversario della strage di Piazza Fontana - Milano
PIAZZA FONTANA 50 ANNI FA LA STRAGE
MILANO NON DIMENTICA.
MEMORIA VERITÀ GIUSTIZIA
GIO, 24 OTTOBBRE ORE 21 ARCI BELLEZZA
3^ Assemblea verso il corteo del 12 dicembre 2019.
Costruiamo un percorso verso il 12 dicembre che approfondisca e divulghi il vero significato degli eventi legati alla strage di Piazza Fontana del 1969 e dell’assassinio di Pinelli.
Contro la rimozione della storia e per la diffusione dell’unica verità: è stata una strage di Stato, eseguita dai gruppi fascisti, in combutta con pezzi importanti dei partiti di governo, con la regia, il supporto e la protezione dei servizi segreti italiani e americani.
È stato il punto di partenza di una lunga stagione di terrore lanciato nelle piazze, sui treni, ovunque, con lo scopo di bloccare l’avanzata delle lotte che ampi strati di popolazione sviluppavano per rivendicare diritti e partecipazione, per rendere il Paese più giusto e più democratico.
Si voleva imporre una svolta autoritaria e repressiva.
Se la trama è stata spezzata dalla grande mobilitazione popolare e civile, ben pochi tra i responsabili di quegli atti – esecutori, mandati e protettori – hanno pagato per i loro crimini.
Mentre non è mai venuta meno, fino ai giorni nostri, la protervia nel negare la verità e coprire le diffuse complicità.
Il cinquantesimo anniversario di Piazza Fontana deve essere un’occasione per affermare, che conoscere la nostra storia, è strumento essenziale per la difesa dei principi antifascisti della Costituzione, per impedire che si ripetano le tragedie che abbiamo vissuto.
Dal prossimo mese di novembre fino al 15 dicembre, Milano sarà attraversata da numerose iniziative capaci di suscitare un forte dibattito e approfondimento.
Prime adesioni:
Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale
Memoria Antifascista
Centro Sociale Cantiere
Csoa Lambretta
Zam
ANPI ATM Milano
Rete della Conoscenza
Partito della Rifondazione Comunista
Partito Comunista Italiano
Partito Comunista dei Lavoratori
Fronte Popolare
Possibile Milano
Brianza Antifascista Antirazzista Antisessista
Marxpedia
CCL-Coordinamento Comunista Lombardia,
Slai Cobas Provinciale Milano
APS EL Pueblo.
Comitato 'Non Dimenticarmi'
Zona 3 per la Costituzione
Per comunicare adesioni, ricevere informazioni sul calendario degli eventi e per la raccolta fondi in sostegno all'iniziativa, scrivete a:
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Ci sono scomparse che ti scuotono di più di altre, un’ovvietà, ma la morte di Piero Scaramucci è una di quelle che ti toglie il fiato, come una botta fortissima al petto. Perché Piero era un pezzo importante della storia civile di questo Paese, della sua storia bella. Una di quelle persone che vorresti avere conosciuto prima perché avresti imparato di più, ti avrebbe dato tanto. Soprattutto con l’esempio.
Potrebbe servire una parola sola: rigore. Un giornalista di altissimo livello, con un istinto innato che lo collocava sempre perfettamente al centro della notizia, che sapeva raccontare con parole semplici e sempre efficaci, un caparbio analista capace di indagare, approfondire e restituire in modo che chiunque potesse comprendere. Raffinato e colto ma assolutamente popolare, aveva la dote di andare al cuore del problema con immediatezza. E con una serietà e onestà intellettuale che nel mondo del giornalismo è ormai merce rara.
Una persona netta, senza mezzi termini e anche pacata, con una bella dose di ironia che ti raggiungeva lieve ma che comprendevi quanto fosse anche severa: gli occhi avevano un certo bagliore che ti comunicava la ferrea convinzione che prendersi troppo sul serio fosse un grave errore.
Piero Scaramucci è stato un pezzo fondamentale del giornalismo a Milano e in Italia. Dal Gazzettino Padano in radio alla televisione, per poi inventarsi e dirigere Radiopopolare. Coniugava il rigore professionale con un credo politico profondo sempre dalla parte giusta – quella degli umili, degli oppressi – e sempre con la stella polare dell’antifascismo. È grazie a quelli come Piero se nel 1969 si costruì un fronte di informazione capace di smascherare le trame golpiste che presero le mosse dalla strage di Piazza Fontana. Dal bollettino di controinformazione bcd al libro La strage di Stato il suo contributo è stato fondamentale, anche per costruire coesione tra i giornalisti che avevano deciso di tenere la schiena dritta, rifiutare le veline delle questure – guidate da rottami del regime fascista – e contribuire in modo fondamentale al disvelamento della realtà delle trame fasciste e di stato.
Ricordiamo bene la sua attenzione e disponibilità quando si celebrò il processo per l’uccisione di Giannino Zibecchi. Gli abbiamo portato in Rai il filmato che dimostrava come la cariche dei camion dei carabinieri fossero deliberate e tese a investire i dimostrati e lui le ha mandate in onda, più volte. Non tutti lo avrebbero fatto.
Piero Scaramucci non ha mai smesso di portare il suo contributo alla battaglia antifascista, sia nell’Anpi che nelle mille occasioni di iniziative politiche e di confronto a cui ha sempre partecipato.
Dire che ci mancherà è una banalità. Mancherà a tutti quanti hanno a cuore la civiltà, il senso di umanità, ma anche la bellezza delle cose dette chiare e semplici e in faccia, senza doppiezze.
Oggi siamo più poveri, perché ci mancherà il suo contributo, la sua arguzia, la sua lucidità e la sua voglia indefessa di non darla vinta a chi tifa per il sopruso e l’oppressione. Speriamo che si trovi il modo di raccontare a quanti più giovani possibile la sua figura e la sua storia. Sarebbe un bel modo per ricordarlo.
ALBERTO BRASILI UCCISO DAI FASCISTI NEL 1975
LA MEMORIA È UN LIEVITO DELLA DEMOCRAZIA
Sabato 25 maggio 2019 dalle ore 11:00 alle 12:00 in ia Pietro Mascagni, 20122 Milano ricorderemo Alberto Brasili
Tenere viva la memoria delle vittime dei fascisti non è uno stanco rituale, ma è un vitale esercizio di difesa della democrazia.
Perché il neofascismo è sempre più aggressivo, cerca di conquistare uno spazio politico negando la storia, passata e recente, per cancellare il valore fondante del nostro paese: l’antifascismo.
Alberto Brasili era uno studente lavoratore ammazzato a coltellate in un agguato di una banda di assassini fascisti la sera del 25 maggio 1975 nei pressi di piazza San Babila, allora terra di scorribande nere.
Un altro caduto della Nuova Resistenza che a Milano ha visto morire per mano fascista e delle forze delle stato decine di antifascisti.
Il ricordo di Alberto Brasili aiuta tutti quanti credono nella democrazia e in una società di uguali a costruire la più ampia alleanza per ricacciare indietro l’onda nera che vuole tornare.
Monumenti e lapidi danneggiati, striscioni inneggianti a Mussolini, aggressioni sempre più frequenti, spudorata rivendicazione del fascismo.
Questo è quanto avviene oggi in Italia ed è possibile perché i gruppi nazifascisti godono dell’aperta protezione della Lega di Salvini al governo.
Il clima è avvelenato e il diritto al dissenso è compresso, se neppure è possibile esporre uno striscione contro il ministro dell’Interno simpatizzante di Casa Pound.
Ricordiamo i caduti per costruire un futuro di civiltà per il nostro Paese
Claudio Varalli e Giannino Zibecchi sono morti nel 1975 per costruire un mondo migliore.
Volevano uguaglianza, accoglienza, uguali diritti. Tutto il contrario di quanto vogliono oggi fascisti e leghisti. Nel loro ricordo continuiamo a lottare contro il razzismo, il fascismo e le disuguaglianze. Martedì 16 aprile ore 17.30 piazza Cavour, 18 piazza S. Stefano, 18.30 corso XXII marzo
Un abbraccio a Giulio Stocchi
Giulio Stocchi è stato una presenza stabile nel nostro mondo da oltre quarant’anni, un punto di riferimento fisso. Lo ha scritto lui stesso, il suo essere poeta gli è venuto fuori pian piano, quasi con fatica. E il nostro mondo non era così immediatamente ricettivo a una forma di espressione particolare come la poesia.
Eppure lui sapeva come arrivare alla sensibilità delle persone, sapeva toccare il cuore. Le sue parole sembravano essere un immediato complemento a quanto uno sentiva nel suo intimo. La forza di un letterato, scrittore o poeta che sia, è essere capace di dire cose che ognuno sente come sue, parole che uno riconosce immediatamente, ci si ritrova.
Giulio era questo, sia che parlasse delle nostre lotte sulle strade della Nuova Resistenza, cantando la nostra epopea in ideale collegamento con quella partigiana, sia che interpretasse i grandi temi ideali internazionali. Il suo contributo letterario alla Cantata Rossa per Tal El Zataar – con le musiche di Gaetano Liguori – è un capolavoro dolente e potente.
E anche negli anni successivi, quando tutto è cambiato, quando il fiume potente della lotta popolare per un mondo migliore si è prosciugato, Giulio non si è mai defilato. Non è cambiato, non si è normalizzato. È rimasto quel meraviglioso ragazzo fresco, poetico appunto, qualcuno potrebbe dire ingenuo. Ma di quella fresca ingenuità abbiamo avuto, abbiamo e avremo tanto bisogno.
Per questo ci mancherai Giulio, tanto.
16 aprile 2019
Claudio Varalli e Giannino Zibecchi sono morti nel 1975 per costruire un mondo migliore. Volevano uguaglianza, accoglienza, uguali diritti. Tutto il contrario di quanto vogliono oggi fascisti e leghisti. Nel loro ricordo continuiamo a lottare contro il razzismo, il fascismo e le disuguaglianze. Martedì 16 aprile ore 17.30 piazza Cavour, 18 piazza S. Stefano, 18.30 corso XXII marzo
23 Febbraio 2019
Nel 33° anniversario in ricordo di Luca Rossi, sabato 23 febbraio alle ore 14,30 in Piazzale Lugano, corteo nel quartiere, accompagnati dalla Banda degli Ottoni a Scoppio e dal Coro Bovisa Incanta. Per conoscere la storia di Luca Rossi http://www.luca-rossi.org/
Mercoledì 23 gennaio 2018 alle ore 18,45 ci troviamo al Monumento dedicato a Roberto Franceschi per depositare una corona alla sua memoria. Questo monumento fu fortemente voluto da figure molto importanti della cultura, della politica e della resistenza, che il 23 gennaio del 1976 lanciarono un appello alla città perchè si arrivasse, esattamente un anno dopo, a porre questa opera nel luogo dove venne assassinato Roberto Franceschi. Un appello che intendeva ricordare tutti i caduti delle lotte popolari dal '45 e nel nostro piccolo vogliamo continuare questo lavoro di memoria. In questo link https://www.fondfranceschi.it/roberto-franceschi/monumento-a-roberto-franceschi/ vogliamo farvi leggere l'appello, le motivazioni e le firme che hanno contribuito a realizzare il monumento.
Qualche giorno fa è morto Antonio Braggion, l’assassino di Claudio Varalli nell’aprile 1975, quello che porta anche la responsabilità di avere causato il clima di estrema tensione in cui sono maturate le uccisioni di Giannino Zibecchi a Milano, Rodolfo Boschi a Firenze, Tonino Miccichè a Torino. Senza il primo omicidio non ci sarebbero stati gli altri. Non proprio una responsabilità da niente.
Anche quando muore un essere spregevole come Braggion la morte va accolta con compostezza, ma anche senza ipocrisia. La nostra Associazione dal 1975 lavora per tenere vivo il ricordo di Claudio Varalli e Giannino Zibecchi e conosciamo bene la storia di Braggion e la sua responsabilità. In questi giorni abbiamo letto ricostruzioni di quei fatti di 43 anni fa che definire approssimative è dire poco. Soprattutto perché tendono ad accreditare la tesi della legittima difesa e, cosa ancora più clamorosa, affermano che l’assassino avrebbe espiato la pena per la quale è stato condannato (eccesso colposo di legittima difesa). In entrambi i casi si tratta di affermazioni clamorosamente false.
La pallottola sparata da Braggion ha colpito Varalli alla nuca, quindi mentre stava scappando per mettersi in salvo e non mentre lo aggrediva. L’assassino, invece, dopo una latitanza di tre anni, è stato in galera per soli otto mesi nel 1978, quindi scarcerato per problemi di salute: che però non gli hanno impedito di costruirsi una vita e una carriera di avvocato per 43 anni senza pagare nulla per il suo omicidio.
Ora la sua vicenda umana si è conclusa. Non proviamo dispiacere. Un assassino fascista resta sempre un assassino fascista, anche dopo morto.
UNA BELLA GIORNATA AL VARALLI
Ieri, 16 aprile 2018, la consegna dell’attestato di maturità turistica Honoris causa a Claudio Varalli ha segnato un altro piccolo passo nel consolidamento della memoria e ha anche, come dire, messo a posto un po’ le cose.
La cerimonia di ieri è stata bella perché sincera e non formale. I professori coinvolti sono stati molto bravi e anche la preside ha svolto un discorso molto importante che ha raggiunto i ragazzi. I quali sono stati attenti e hanno seguito con interesse.
Potrebbe sembrare poco, accontentarsi di un piccolo risultato, ma di questi tempi è invece molto.
Quando è nata l’Associazione Per non dimenticare Claudio Varalli e Giannino Zibecchi, nel 2000, ci siamo posti l’obiettivo di dare il massimo della divulgazione della storia dei nostri due compagni inserita nel racconto del clima politico di quegli anni, con l’intento di fare capire quale forza impetuosa avevano le lotte di quegli anni e il loro valore etico, oltre che politico e sociale. Abbiamo dato una spinta decisiva alla conclusione della procedura di intitolazione ufficiale a Varalli della scuola che frequentava, siamo riusciti a fare riconoscere come luogo ufficiale del Comune il giardinetto di piazza Santo Stefano che accoglie il monumento e da dicembre la nuova stele.
Siamo contenti di quanto fatto in questi anni, ma siamo anche consapevoli che il quadro sociale e politico in cui viviamo non incoraggia ottimismo. Però pensiamo che anche i piccoli semi gettati possano alla lunga dare frutti. Non ci resta che confermare giorno dopo giorno la volontà di testimoniare l’importanza dei valori di libertà e uguaglianza per i quali Varalli e Zibecchi hanno combattuto e per i quali hanno dato la vita.
Oggi l’antifascismo, l’antirazzismo, la proposta di una società giusta, fatta di uguali che hanno tutti le stesse opportunità, dove tutti possono studiare e trovare lavoro sono temi di grande attualità e soprattutto di urgenza. Ogni persona in più che capisce l’importanza di questi valori e li porta nella sua vita di tutti i giorni e nel suo impegno è un tassello nella costruzione di quella società che i due ragazzi volevano.
Associazione Per non dimenticare Claudio Varalli e Giannino Zibecchi
sabato 14 aprile dalle ore 9:30 alle ore 17:30
Milano Palazzo Reale Sala Conferenze Convegno antifascista
Fascismo e razzismo non sono opinioni, sono un crimine.
Dibattiti:
Le nuove facce del neofascismo e del razzismo
Le nuove destre e la fabbrica del consenso
Immigrazione, stereotipi, razzismo, la costruzione di un capro espiatorio
Lega e fascisti: declinazione italiana della destra xenofoba europea
Costruzione patriarcale della razza
Il sistema di ordinaria discriminazione
Strategie comunicative e consenso
INTERVENGONO: Giorgio Galli, Gabriele Proglio, Daniela Padoan, Pap Khouma, Giuseppe Mazza, Vermi di Rouge
In collaborazione con "Milano in Comune"
Media partner: Radio Popolare
3 aprile 2018 - Assemblea cittadina al NAGA
ore 20.30 presso il NAGA di Via Zamenoff, 8
Per il prossimo 25 aprile chiediamo a tutte quelle realtà, che negli ultimi mesi hanno animato le strade di Milano contro il fascismo e il razzismo, di attraversare il corteo ufficiale con le nostre parole d'ordine, le stesse che ci hanno visti tutte/i insieme lo scorso 10 febbraio alla grande manifestazione contro la tentata strage di Macerata. Per questo vi invitiamo il 3 aprile alla assemblea cittadina per costruire insieme il giorno in cui si ricorda la liberazione dal nazifascismo, ciascuno con le proprie specificità.
27 gennaio 2018 - Giornata della Memoria
"La memoria deve essere uno strumento per progettare un mondo e un futuro migliore, rifiutando ogni tipo di discriminazione, lottando ogni giorno per uguaglianza e giustizia sociale, parità di diritti e dignità".
Queste le parole di Moni Ovadia all’assemblea pubblica del 22 gennaio in preparazione della mobilitazione del 27 Gennaio per la Giornata della Memoria "Mai più nazifascismo - Mai più lager".
Ci vediamo sabato 27 alle 16.30 in Piazza dei Mercanti e alle 17 in Piazza della Scala. #chiudereicovineri
GRAZIE, CE L’ABBIAMO FATTA!
Abbiamo raggiunto l’obiettivo della copertura delle spese per il nuovo cippo dedicato a Claudio Varalli e Giannino Zibecchi in piazza Santo Stefano.
Lo scorso dicembre abbiamo lanciato una sottoscrizione verso il mondo dell’antifascismo milanese per raccogliere i fondi necessari per dare una sistemazione definitiva all’area dedicata ai due compagni assassinati nel 1975, dopo che vandali fascisti avevano danneggiato la lapide a loro dedicata. L’obiettivo era ambizioso, i costi elevati, ma la generosità di decine di compagne e compagni ha permesso di raccogliere l’intera cifra necessaria.
Siamo orgogliosi di avere portato a termine questa operazione e soprattutto di avere potuto verificare lo slancio e la partecipazione di tante persone.
Un motivo in più per continuare con rinnovata forza a proporre, nel nome di Varalli e Zibecchi, i valori dell’antifascismo, dell’uguaglianza e dei diritti.
12 dicembre 2017. L'inaugurazione del nuovo cippo
IL video
12 dicembre 2017. Inaugurazione del nuovo cippo dedicato a Varalli e Zibecchi. Video RS
Ancora un volta la lapide che ricorda Claudio Varalli e Giannino Zibecchi, posta in piazza Santo Stefano, è stata danneggiata proprio negli stessi giorni in cui è stato devastato il monumento ai Deportati situato al Parco Nord.
Lo stillicidio sempre più frequente di questi atti vigliacchi è la pratica vergognosa della preoccupante deriva reazionaria e nazifascista che va assolutamente fermata con la mobilitazione dei democratici e degli antifascisti.
Domenica 8 ottobre, saremo con l'ANED e l'ANPI al Parco Nord per rendere omaggio ai caduti così pesantemente oltraggiati e per ribadire che il fascismo non è un'idea ma un crimine.
Al più presto, comunicheremo le iniziative per il ripristino della lapide ai nostri compagni.
Da troppo tempo a Milano si assiste al preoccupante ripetersi di manifestazioni e iniziative promosse da organizzazioni neofasciste e neonaziste.
Da qualche anno, nella giornata del 25 aprile, consacrata alle celebrazioni della Liberazione, il Cimitero Maggiore di Milano è divenuto teatro di parate nazifasciste che si concludono al campo 10 dove sono sepolti volontari italiani delle SS, delle brigate nere, della x Mas, oltre a protagonisti della storia del ventennio fascista e della Repubblica di Salò.
La manifestazione nazifascista promossa proprio nella ricorrenza della Liberazione dal regime fascista e dall'occupazione nazista, rappresenta una gravissima provocazione per Milano Città Medaglia d'Oro della Resistenza e per i Combattenti per la Libertà ai quali è stato dedicato nello stesso Cimitero Maggiore di Milano, il Campo della Gloria.
La Milano antifascista non può più tollerare questa inaccettabile ferita e oltraggio alla Memoria di chi ha sacrificato la propria giovane vita per la nostra libertà e per la costruzione di un mondo migliore.
Un gruppo eterogeneo di soggettività antifasciste si mobiliterà il 25 aprile per impedire che questo scempio abbia luogo.
Ci rivolgiamo anche alle istituzioni, alle pubbliche autorità, a partire dal Sindaco di Milano, perché intervengano per impedire lo svolgimento di questa ignobile parata che si ripete ormai da qualche anno nella giornata del 25 aprile.
Manifestazione in aperta violazione dei principi della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza e delle leggi Scelba e Mancino.
Chiamiamo i milanesi a partecipare numerosi alla mobilitazione promossa dall'ANPI della Zona 8 e dalle Associazioni democratiche e antifasciste la mattina del 25 aprile al Cimitero Maggiore, per ribadire che questi sfregi sono intollerabili.
Nel corso della nostra iniziativa porteremo un fiore ai partigiani sepolti al Campo 64, il Campo della Gloria del Cimitero Maggiore.
PROMUOVONO
Anpi Zona 8 - ANPI Provinciale di Milano - Aned diMilano - Arci - Camera del Lavoro Metropolitana di Milano -Coro Resistente - Fiom Cgil Milano- Memoria Antifascista - Osservatorio democratico sulle nuove destre - Rete della Conoscenza Milano - Csoa Lambretta - ZAM - Cs Cantiere
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PER INFO E ADESIONI
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Ancora una volta una delle targhe curate dalla nostra associazione è ospitata nei locali amici della RI-MAFLOW di Trezzano sul Naviglio.
Ieri, 23 marzo 2017, alcuni suoi lavoratori l'hanno rimossa con noi per farne la manutenzione.
Presso la Ri-maflow, a cui va tutta la nostra riconoscenza, la lapide verrà ripulita dalla patina che il tempo vi ha depositato, in modo che sia in condizioni ottimali il prossimo mese, quando ci vedremo per ricordare i nostri compagni, come facciamo ogni anno.
Naturalmente, qualsiasi contributo per le spese che andremo a sostenere sarà il benvenuto.
Arrivederci a presto.
CCP n.37475597
intestato a
Per non dimenticare Claudio Varalli e Giannino Zibecchi
IBAN IT03E0760101600000037475597
23 gennaio 2017
La commemorazione inizierà alle ore 19,00 davanti al monumento a Roberto Franceschi.
Alle ore 19,15 circa poseremo la corona, a seguire ricorderemo Roberto con un volantinaggio vicino all'ingresso all'auditorium di Via Gobbi fino alle 20,00 ora in cui inizierà la serata organizzata dalla Fondazione Franceschi.
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14 gennaio 2017
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22 maggio 2016
Oggi a Milano, mentre veniva inaugurata la nuova lapide dedicata a Giuseppe Pinelli, dei vigliacchi hanno frantumato la lapide dedicata a Claudio Varalli e Giannino Zibecchi posta in Piazza Santo Stefano.
I primi frutti dello sdoganamento dei fascisti, che ormai hanno carta bianca a Milano. Manifestazioni, concerti, congressi, tornei di calcio, sotto l'occhio benevolo delle istituzioni. Ripareremo la lapide e la rimetteremo al suo posto, anche mille volte, se sarà necessario.
In allegato il comunicato stampa dell'Anpi provinciale
Diffondete questo link in qualunque canale a vostra disposizione, siti, profili FB, vari social network, e-mail a persone che ritenete interessate, ovviamente, sarà un lavoro di diffusione capillare e e dovrà essere ripetuto più volte nel corso dei prossimi mesi fino a quando non terminerà la campagna.
Riportiamo le parole di Ilaria Cucchi a cui va naturalmente tutta la nostra solidarietà.
E condividiamo in toto i commenti di Piergiorgio Odifreddi e Erri de Luca.
Chiedo scusa a nome di Stefano per il danno che la sua permanenza al Pertini e la sua morte hanno procurato al buon nome del dott. De Marchis e della dott.ssa Di Carlo. Chiedo scusa per il disturbo arrecato.
Infondo era un tossicodipendente, e non dimentichiamo che era lì perché aveva commesso un reato.
Cosa valeva la sua vita rispetto alla carriera e l'onorabilità di persone che 'salvano la vita alla gente'?
E mi rendo conto sempre di più che la vita di mio fratello non era considerata tra quelle da salvare.
Stefano non ha più voce per dire che lavorava, che andava in palestra.
Pubblichiamo l'introduzione del nuovo fascicolo che abbiamo stampato quest'anno in occasione dell'anniversario della morte di Claudio Varalli e Giannino Zibecchi
Si parte dal ricordo di due giovani. Nel 1995, in occasione del ventesimo anniversario dell’uccisione di Claudio Varalli e di Giannino Zibecchi, abbiamo stampato un libretto che aveva uno scopo molto preciso. Accanto al ricordo degli avvenimenti – due giovani assassinati da fascisti e carabinieri in una fase di scontro sociale molto acuto – volevamo raccontare la dimensione umana di queste due persone, non soltanto quella politica. Perché Claudio e Giannino erano due giovani con tanta voglia di vivere e di divertirsi che non impediva, anzi si integrava perfettamente con la dimensione politica della loro vita e quindi con un impegno molto coinvolgente.
Perché riproporre oggi, anche se in termini decisamente diversi, questa operazione quasi vent’anni dopo?
I motivi sono tanti, ma uno è di gran lunga il più importante. In questo ultimo ventennio è stata portata avanti con perfida tenacia un’operazione di ampio respiro che prende le mosse dalla denigrazione della Resistenza e il suo ridimensionamento come tappa fondante dei valori della nostra società per tentare una parificazione di tutti quanti combatterono in quegli anni: i partigiani e i repubblichini, chi ha versato il sangue per riconquistare la libertà e chi ha torturato, massacrato e contribuito all’Olocausto. Questa campagna revisionista e negazionista vuole cancellare la spinta a rinnovare la società, vuole convincere che tutte le idee hanno uguali diritti di esistere e che la contrapposizione tra fascismo e antifascismo è anacronistica.
Non la pensavano così Varalli e Zibecchi e tutte quelle persone che, dal dopoguerra a oggi, hanno sacrificato la loro vita per difendere la democrazia dai
C’è ancora qualcuno in Italia che non crede che esista un pericolo fascista. Di certo c’è il problema dei fascisti. Installati al Governo per tutto il periodo berlusconiano i fascisti hanno rialzato la cresta. Dichiararsi fascisti e fare apologia di fascismo non è più una vergogna nè un reato (malgrado lo sia). I fascisti sono tornati a assaltare le sedi degli oppositori, le riunioni antifasciste, a gridare contro la Costituzione e aggredire verbalmente i partigiani, che rievocano la Resistenza e la viltà dei fascisti alleati dei nazisti occupanti l’Italia. Vengono apertamente assaliti esponenti e militanti della sinistra, picchiati gli omosessuali, violati i luoghi della memoria della Resistenza e della Costituzione. Così cominciò il Fascismo.
È morto il partigiano Bentivegna, eroe della Resistenza romana. Facciamo in modo che la sua memoria sia indelebile.
Fissiamo per sempre nella memoria nostra e delle generazioni a venire questo nome: Rosario Bentivegna. Quello che è morto oggi è stato un grande uomo, animatore dei Gruppi di azione partigiana a Roma durante l’occupazione nazista e organizzatore di numerose azioni contro i tedeschi e i fascisti repubblichini collaborazionisti.
Facciamola breve
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Fascisti su Marte? No sul web
C'era da aspettarselo. Quarant'anni fa i fascisti schedavano segretamente gli studenti più attivi nelle lotte e li aggredivano con modalità diverse: davanti alla scuola, sotto casa, nel quartiere. Con spranghe, coltelli e pistole. Oggi, nonostante in quanto fascisti siano geneticamente incapaci di evolvere nel cervello, sono sensibili agli strumenti della seppur odiata modernità (se lo sapesse Evola) e quindi utilizzano il web.
Ancora un miserabile episodio di fascismo rampante nel nostro paese.
I bambini della scuola media vengono ricevuti dalle autorità governative per presentare un piccolo programma di musica e canti. Finito il programma intonano Bella ciao. La preside manda una lettera alle famiglie indignata per l'incredibile episodio di cattivo gusto rappresentato da questa canzone.