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DOCUMENTI - I RICORDI

CIAO GINO 

Giacomo “Gino” Montemezzani era nato in Val Padana, nel 1927 in una cascina “sporca e malinconica, - diceva lui -  come tutte le cascine”.

L’infanzia segnata dalla miseria, il trasferimento a Milano, la scuola, la fabbrica come garzone e poi, ancora giovanissimo, la militanza nella Resistenza, combattente in montagna.

Militante del PCI, funzionario distaccato in Sicilia negli anni della violenta reazione di Scelba, Gino lascia il partito nel 1960, dopo gli scontri di Genova e Reggio Emilia per costituire un gruppo comunista autonomo e radicale “Gruppo Proletario Luglio ‘60”, attivo a Milano, soprattutto nel quartiere Lorenteggio.

Marxista-leninista, filocinese, per una bizzarria della Storia, Gino si ritrova addirittura ad un incontro ufficiale con Maozedong, a Pechino. Era il 17 maggio 1964.

“Colloquio pacato, senza effusioni, ma le questioni in discussione erano enormemente al di sopra della nostra statura”. Così scrive Gino nel suo libro “Come stai compagno Mao” (Edizioni LiberEtà).

Sposato con Marta (un perno della Federazione milanese del PCI), due figli, Paola e Valerio, “nonno” Gino non ha mai smesso di ricordare e raccontare con la sua travolgente espansività.

Da anni era tornato “in montagna”, nella sua casa di Calice Ligure, nel savonese.

E’ morto il 6 aprile 2009.

Gino racconta la militanza antifascista in fabbrica 

Gino Montemezzani con Marco Paolini