Percentuali e Prospettive Stampa
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Giovedì 13 Maggio 2010 08:06
Percentuali - Il 20% degli abitanti del globo consuma con leggerezza l’80 % delle risorse.
Non è un fatto che passa inosservato, anche perché le risorse si trovano in gran parte in casa di quell’80% che non ne usufruisce. E il 20% che le sfrutta lo sa bene, infatti le porta via con la forza, la prepotenza, il terrore, con l’uso delle armi, dell’economia, della scienza, del ricatto, della menzogna.
Questo 20% si chiama Occidente sviluppato e sostiene di essere civile e di rapinare a mano armata il mondo in nome della Civiltà. Questo servizio, che si chiama Impero, è la trasposizione internazionale del volano del sistema capitalistico, che ha la caratteristica di arricchire i pochi e impoverire i molti, oggi su questo pianeta, tutto il globo ne è coinvolto, e lo sfruttamento si dispone come un puzzle mondiale, che devasta ambiente, uomini e cose…
Non essendoci altri continenti da sottomettere e dove trasferire il geniale ma nocivo e deprimente sistema, il meccanismo si va deteriorando. Dalle crisi si esce sempre più a fatica e solo con il vecchio sistema della guerra. Ma la miseria si diffonde e i più infelici fra gli oppressi tentano di invadere come forza lavoro o anche come semplice forza esistente i paesi sfruttatori. Negli USA il paese guida dello sfruttamento mondiale la miseria è sempre più diffusa e i problemi interni si aggravano. Impossibilitato a esportare sfruttamento (il pianeta è stato esaurito) il sistema capitalista comincia a produrre non più ricchezza e miseria ma sempre più miseria, anche al proprio interno e a aumentare il fossato fra le classi. Ecco perché il benessere occidentale è effimero, perché è destinato a polverizzarsi di fronte a un mondo sempre più ostile e miserabile e a vedere aumentare le proprie contraddizioni interne. 
Dividere il malloppo - Potrà sopravvivere solo chi (quegli stati) saprà tentare di dividere il malloppo, saprà osare di uscire dal sistema consumistico dello sviluppo progressivo per accettare  una società solidale con vasti settori di capitale sociale, una stagnazione controllata, a bassi redditi, bassi consumi, elevati controlli, elevate garanzie per i più deboli. Alto livello di guardia nella difesa dell’ambiente, nessuna spesa militare.  E ancora, un elevato controllo della proprietà con il divieto di eccessi di ricchezza e conseguente ridistribuzione dell’eccedente. 
E’ giunto il momento di passare dalla preistoria alla Storia, dall’infanzia dell’uomo alla sua maturità. Bisogna cominciare a pensare in termini di collettività. Il primo ingenuo tentativo non ha funzionato, il collettivo ha soffocato l’individuo. E’ ora di prendere coscienza che individuo  e collettività, sono interdipendenti, hanno interessi comuni e un comune patrimonio da salvare, se stessi e il pianeta. Si può salvare solo una società colta che deve porre al centro il problema dell’uomo e della sua formazione, dei suoi rapporti sociali e personali. Insomma, si tratta di tentare di creare una maggioranza schiacciante di persone, di individui di grande livello culturale. Non si tratta più solo di allargare l’acculturazione abbassandone la qualità, ma anche di alzare la qualità culturale dell’uomo, di ogni singolo uomo, per estenderla al maggior numero di persone. Una specie di utilitarismo alla Stuart Mill ma dando la priorità all’aspetto culturale, costruire un utilitarismo culturale...
La sfida del futuro prossimo è tutta culturale e sociale, in più si deve fondare su un nuovo concetto di economia, su una nuova filosofia economica. La prospettiva della sopravvivenza dell’umanità è basata su bassi o bassissimi livelli di produzione di beni materiali (ma sufficienti alle necessità primarie e secondarie) e su un elevatissimo livello di produzione intellettuale, sociale, interpersonale. In altre parole, si dovrà lavorare poco, consumare poco (cibo, abbigliamento ecc), riprodursi poco, e al contrario produrre molta energia che consenta  di fare molto l’amore, parlare, seguire sport semplici, ridere e scherzare, pescare, leggere, scrivere poesie, recitarle, andare al cinema, a teatro, in Chiesa o ai concerti. Il lavoro più impegnativo deve essere il lavoro di manutenzione di ciò che esiste per assicurare il minimo di investimento.   Una società di bassi consumi, lenta, dove la qualità della vita si misura nella quantità di tempo libero da impiegare in un ambiente finalmente difeso, dove si investe soprattutto nella scienza medica, e nella cultura, nell’istruzione, nella formazione dell’individuo.      
 

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